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Agricoltura in collina

Coltivazioni, prodotti e le aziende agricole nelle colline del Piemonte

I 769.386 ettari di superficie, che le statistiche assegnano alla collina in Piemonte, vanno divisi tra le alture che frastagliano, specialmente nel Biellese, nel Pinerolese, nel Saluzzese e nel Monregalese, le ultime falde della montagna: le ampie cordonate degli anfiteatri morenici di Rivoli e di Ivrea; le colline a pieghe di Torino, del Basso e dell’alto Monferrato e delle Langhe; le colline negative dell’Astigiano.
Sempre stando alle statistiche , nell’insieme di questi modesti rilievi i seminativi occupano il 40% della superficie territoriale; le colture foraggere si estendono al 16% della superficie territoriale; le legnose il 17% mentre i boschi occupano il 20%.

La produzione eccellente delle zone collinose è l’uva e il vino. È il caso delle colline novaresi di Ghemme, di Sizzano , di Fara, e di quelle Biellesi di Lessona, di Masserano, di Gattinara, produttrici di eccellenti vini derivati dallo Spanna di Gattinara, in vigneti solo parzialmente specializzati.

Le colline moreniche presentano un meno florido paesaggio agrario. L’incentivazione colturale urta specialmente contro la natura caoticamente grossolana del terreno, che sui fianchi più ripidi e sulle sommità è lasciato, a ceduo e a fustaia di castagno.
Simile a quello delle cerchie moreniche è il paesaggio agrario degli antistanti colli torinesi. Sulle lente sommità e su buona parte del versante torinese, la presenza di potenti bianchi e il permanere di boschi di castagno.

Un'altra zona importante sono le Langhe, nelle basse Langhe qui si entra nel regno del vigneto specializzato, che riveste le ondeggianti, morbide alture con schiere ordinatissime di filari ben fatti, su cui i tralci della vite sono condotti a spalliera e sostenuti da canne. Qui sono le zone tipiche dei migliori vini piemontesi: Barolo, Nebiolo, Barbaresco, Dolcetto, Moscato, Barbera.
Invece nell’alta Langa, fino a 700 metri d’altitudine, arriva ancora il Dolcetto, che dà un vino di assai modesta gradazione. Ma fino a quell’altitudine, più della vite si estendono i campi e i prati, con netta prevalenza del prato stabile, che consente l’allevamento della pecora della Langa.

Analogie di aspetto con le Langhe hanno le colline dell’alto Monferrato e del Tortonese, dove larga estensione presentano la vite, il frumento e il granturco nostrano, nei coltivi frammezzati a discrete aree boschive e prati permanenti: dove i fruttiferi vanno evolvendosi verso colture anche industriali, e dove tra i bovini numerosi sono i capi della razza biondo-tortonese, a duplice attitudine per carne e per lavoro.Nella zona, il vigneto occupa il 29,6% del territorio provinciale, e dove si localizzano, più o meno bene delimitate , le aree di produzione di vini notissimi, come il Barbera, il Grignolino, il Moscato, la Freisa.

Ma l’uva nella conca astigiana non è tutto. Sui ripiani sommitali dei rilievi isolati e delle molli dorsali, il frumento e il granoturco trovano nelle sabbie gialle dell’Astiano buone condizioni di sviluppo.
L’azienda (di piccole dimensioni), non troppo specializzate, distribuisce dunque le sue coltivazioni secondo uno schema altimetrico sostanzialmente fissato dalla costituzione geomineralogica del terreno: in alto i cereali, a mezza costa il vigneto, in basso il prato.




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