Legname, caccia e pesca
Dai 579.000 ettari di bosco che si noverano nel Piemonte si ricava una produzione lorda vendibili in fatto di legname che non raggiunge il 3%. il Piemonte è la seconda regione italiana (dopo la Toscana) per la superficie dei tagli operati.
Questi tagli, fatti in grande maggioranza da privati, interessano essenzialmente le latifoglie, con una lieve eccedenza delle fustaie sui cedui.
La caccia in Piemonte ha una assai modesta rilevanza economica, ma possiede per contro uno stuolo di cacciatori tra i più numerosi d’Italia.
La fauna stanziale protetta è costituita, in montagna, principalmente dal camoscio, dalla coturnice, dalla pernice bianca, dalla marmotta, dal gallo Fanello.
In collina sono buone prede il fagiano, la lepre, e la pernice rossa. La fauna migratoria varia assai poco dalla collina alla pianura ed è specialmente rappresentata da quaglie, beccacce, beccaccini, colombacci, tortore, tordi, fringuelli.
Quanto alla pesca, si pesca la trota comune e talvolta abbondante in tutte le acque della zona montana, ma anche reperibili lungo tutto il percorso del Po e dei suoi affluenti di sinistra, esclusi il Malone e la Sesia.
La specie che popolano in più gran numero le acque del Piemonte sono il cavedano, comune dappertutto, il barbo, l’alborella. Ricercati sono il temolo, e lo scazzone, che vanno scomparendo.
L’anguilla si trova dappertutto, mentre nelle lanche morte del Po e di quasi tutti i suoi affluenti si possono trovare lucci, tinche, carpe comuni, cobiti.
Le acque dei laghi di Avigliano ospitano tinche, alborelle, carpe a specchi, cavedani, persici, anguille e scardole. Il lago di Viverone e quello di Candia contengono una fauna analoga. Nel territorio dei comuni di Carmagnola, Poirino, Pralormo, Ceresole d’Alba e Sommariva Bosco esistono numerosi piccoli stagni coltivati a tinche.
Infine le risaie del vercellese sono da molti anni coltivate a carpe a specchi e a tinche, dando luogo ad un’industria di una certa importanza.
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